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In allestimento

 

LE FORZE CHE MUOVONO LA STORIA. I CERCATORI
Nietzsche, Dostoevskij, Peguy
Letture Teatrali e dialoghi per la città contemporanea.

Spettacolo tenuto al Piccolo Teatro di Milano nel 1974. Testi e canzoni di Giorgio Gaber e Sandro Luporini.

Per qualche giorno, dopo la morte di Gaber, la televisione lo ha descritto nel modo più "angelico" possibile, i politici hanno tutti ricordato "quanto era bravo", le radio hanno trasmesso le sue canzoni più comiche e divertenti. Chissà perché hanno tutti dimenticato di trasmettere e di parlare di questa canzone che è stata sempre proibita dalla radio e dalla televisione italiana: anzi, era considerata così pericolosa che nessun discografico ha voluto pubblicarla! Gaber l'ha perciò prodotta in proprio e il disco ha per questo avuto un sistema di vendita molto particolare (non si trovava normalmente nei negozi ma circolava quasi "clandestinamente"). Perché la canzone è così terribile? Perché in anni in cui il terrorismo delle Brigate Rosse rapisce, uccide e commette crimini (solo nel 1978 era stato assassinato Aldo Moro, il Presidente della Democrazia Cristiana), Gaber dice che "a dio i martiri non gli hanno fatto mai cambiare giudizio": quindi, anche se non è giusto sparare e uccidere lui lancia un'invettiva feroce contro quelle stesse persone e parti politiche che spesso sono vittime del terrorismo. 

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